Vini della montagna e ritorno dei vitigni a valle

Vini della montagna e ritorno dei vitigni a valle

La vite è considerata una pianta mediterranea, tuttavia era molto popolare anche nelle zone montuose, anche se a un certo punto ha smesso di esserlo. Le aziende contadine di montagna non si caratterizzavano per una forte specializzazione, infatti si sostenevano innumerevoli sforzi per strappare a una terra sassosa e dura tutto ciò che si poteva.

La viticoltura era sviluppata prevalentemente nelle vali come Val d’Aosta, Valtellina e Val di Susa. Le aziende contadine erano basate principalmente sull’allevamento di animali mentre alla vite erano riservati spazi piuttosto impervi, ovvero su pendii molto esposti alle radiazioni solari a cui si aggiungeva anche la bassa capacità del suolo di riuscire a trattenere l’acqua.

Il tutto rendeva molto difficile la crescita dell’erba, le zone più ombreggiate erano destinate alla fienagione mentre la vite doveva accontentarsi di terre molto soleggiate dove però di notte non mancava il freddo.

Una caratteristica che ancora oggi accomuna molti paesaggi montani sono i terrazzamenti in pietra, utilizzati per trattenere calore e limitare l’erosione. Oggi è possibile ritrovarli in luoghi come Svizzera, Piemonte ma anche altri paese come Germania e Portogallo, frutto dell’eredità lasciata da grandi uomini del passato.

I terrazzamenti, se uniti, sarebbero in grado di superare per lunghezza la Muraglia Cinese, questo a testimonianza del duro lavoro che è stato necessario per realizzare opere di questo genere.

Nel ventesimo secolo l’agricoltura è stata in parte abbandonata cambiando il volto delle valli di molte zone montuose dell’Europa. Chi ne ha tratto maggiormente beneficio da questo cambiamento sono sicuramente i boschi, mentre per quanto riguarda la vite c’è stata un’inversione di tendenza che ha visto limitare gli ettari di terreno in cui avviene questa coltivazione.

Con il tempo i vigneti si sono spostati nella fascia al sub costiera in quando si riscontrava maggiore facilità nella coltivazione in virtù della presenza di terre più fertili.

Oggi però c’è stata un ulteriore inversione di tendenza, che vede sempre più valli di montagna ripopolarsi di vigneti che ha visto l’incremento della produzione di vini del Trentino (www.vinotrentino.com), questo anche grazie al riscaldamento climatico. Sono però da riscontrare notevoli differenze rispetti a quelli vecchi, soprattutto per quanto riguarda le tecniche utilizzate, infatti oggi l’innovazione tecnologica ha permesso l’utilizzo di macchinari che sostituiscono il lavoro delle vacche, bue e asino e ovviamente dell’uomo.

Queste differenze si manifestano anche nel vino, che potrà essere migliore rispetto al passato. L’Alta Langa ad esempio che in passato era colonizzata dal Dolcetto, oggi vede produzioni diverse come Pinot Nero, Champagne, Chardonnay.

Oggi le montagne italiane oltre a essere ricche di vitigni francesi, rappresentano un’incredbile varietà indigene. La chiave del successo di gran parte delle viticolture di montagna è però in parte dovuta alla riscoperta di alcuni vitigni autoctoni. Basti pensare ad alcuni famosi vini rossi come il sanguigno Fumin o anche ad altre varietà come quella della Val Borbera, ovvero il Timorasso o infine altre dell’Appennino centrale come il Pecorino.

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